La crisi climatica è una questione urgente, ne vediamo le conseguenze ogni giorno, dalle alluvioni alla siccità passando per l'innalzamento del livello del mare. Tuttavia la situazione di emergenza sembra non essere percepita da tutti e la tutela del Pianeta passa spesso in secondo piano rispetto ad altri temi che la politica percepisce come maggiormente pressanti per i cittadini. Viene dunque da chiedersi se non fosse il caso di continuare a parlarne per tenere vivo il dibattito. Ma come riportare l'attenzione sull'ambiente?
Ve lo abbiamo chiesto in alcuni sondaggi nelle Stories Instagram, perché vogliamo sapere quale sia la vostra opinione a proposito di alcuni fatti che hanno portato gli ambientalisti sulle prime pagine dei giornali.
Il 14 ottobre due attiviste hanno lanciato della salsa di pomodori sul quadro “I Girasoli” di Van Gogh esposti alla National Gallery di Londra, le due ragazze indossavano una maglietta con la scritta “Just Stop Oil”, nome del gruppo che dal profilo Twitter ha diffuso il video dell’azione. Una sorte poco diversa è toccata anche al Teatro alla Scala di Milano, presa di mira dagli attivisti di “Ultima Generazione” che l’hanno imbrattata di vernice gialla, azzurra e rossa per protestare contro gli “stanziamenti all’industria del fossile” (dichiarazione contenuta sul comunicato stampa dell’associazione) davanti ai quali, secondo gli attivisti, i politici che hanno assistito alla “Prima” non si assumono la responsabilità.
Ma cosa ne pensano i nostri followers?
Solo il 7% ritiene che sia giusto tentare di attirare l'attenzione dei media e del pubblico con flashmob e azioni "clamorose", che servano da segnale alla classe dirigente per dimostrare quanto sia importante per le nuove generazioni che il clima diventi un tema centrale nella pianificazione del futuro. La maggioranza schiacciante, il 70% dei votanti, ritiene che questo modo di manifestare non sia corretto, il 23% ha invece risposto di non avere un’opinione sicura in merito.
Nei casi che abbiamo citato gli attivisti hanno fatto molto parlare di sé e hanno avuto modo di far sentire le loro ragioni a tutti i presenti, è però vero che attaccare opere di grande valore artistico e culturale viene spesso interpretato come una mancanza di rispetto e le azioni vengono etichettate come “ribellioni giovanili” o “atti vandalici”. Sull’efficacia di queste proteste non sembrano esserci dubbi, il 78% dei rispondenti trova che questo modo non sia per niente efficace, il 16% ha cliccato su “Non lo so”, solo il 6% trova che questa possa essere una modalità proficua per portare avanti le proprie istanze.
Sicuramente queste azioni forti hanno un impatto dirompente sulla pubblica opinione anche se i pareri si dividono: qualcuno ritiene siano segnali fondamentali, altri esprimono forti dubbi sull'utilità di indirizzare le proteste contro opere d'arte e monumenti che hanno un grande valore storico culturale, ma che si allontanato dall'interesse della politica che non di rado strumentalizza questi eventi per accusare i giovani di poco rispetto. La necessità di continuare ad impegnarsi per far parlare di ambiente è evidente, tuttavia potrebbe essere più utile rendere conosciute situazioni esistenti, per esempio fotografie di discariche, video di pulizie o spiegazioni sulle calamità. Anche la divulgazione ha un ruolo fondamentale perché permette di sensibilizzare il pubblico.
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